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venerdì 19 aprile 2013

Warp spasm (prima parte)

Le lacrime bagnavano il volto ormai gelido di Odar. Timn non riusciva a non piangere, non riusciva a sostenere la vista del suo sguardo vuoto e perso per sempre. Lo spirito della ragazza era ormai perduto, non avrebbe più stretto la sua amata tra le sue braccia.
«Ti prego, Odar, apri gli occhi», pianse il giovane.
«Inutile», rispose il sovrano. «Non hai speranze contro di me.»
Timn alzò lo sguardo, fissando Tormind con rabbia: si sentiva bruciare dentro, quasi un fuoco ardesse dentro di lui, talmente intenso da fargli perdere il controllo.
Il guerriero si alzò, gettando violentemente le armi a terra. I suoi occhi erano lo specchio del suo spirito guerriero, mentre il corpo fremeva desideroso di combattere. Tormind lo fissò, ma, prima che i suoi gelidi occhi potessero posarsi sul giovane, questo lo colpì al volto con un pugno talmente forte da ammaccare l'elmo.
Furioso, il re urlò, nascondendo la maschera oltraggiata. «Guardie! Liberate il golem!»
Subito scheletri di ghiaccio si adoperarono per soddisfare la volontà del loro signore, smuovendo leve ed ingranaggi che aprirono una porta di ghiaccio colossale. 
Dall'oscurità più gelida uscì una figura mostruosa, un guerriero gigantesco completamente di ghiaccio, con un braccio affilato come una lama e l'altro talmente spesso da poterlo proteggere da qualsiasi colpo: nessun uomo avrebbe potuto vincere contro una tale creatura. Ma Timn non si sentiva più un normale guerriero, spinto da quella furia incontrollabile che gli avrebbe permesso di superare ogni ostacolo facilmente. Il giovane schivò facilmente i fendenti del golem e, dopo aver raccolto agilmente le sue picche, ridusse in frammenti il mostro.
Il re lo fissò, sgomento e soddisfatto al tempo stesso. «Era da tempo che non incontravo un avversario al tuo livello, ma non è sufficiente per me. Vorrà dire che ucciderò il tuo popolo per motivarti abbastanza!», sogghignò minaccioso il re.
«No!», ruggì Timn con voce ormai totalmente deformata. «Non toccarli!»
«Troppo tardi»
Il giovane rimase a bocca aperta, sconvolto. La sua famiglia, il suo popolo sarebbe stato ucciso solamente perché non era abbastanza forte. Perché? Perché esisteva la guerra? Non esisteva né il bene né il male in guerra, perché essa non colpiva soltanto i guerrieri ma anche gli indifesi, chiunque si trovi lungo il suo cammino, schiacciandolo sotto la sua scia di sangue. Ma lui avrebbe combattuto, avrebbe impedito tutto ciò, avrebbe fermato Torind e salvato il suo popolo.
Improvvisamente il suo corpo tremò, le sue membra cominciarono a contorcersi al punto che il suo aspetto cambiò, quasi si deformasse.

2 commenti:

  1. Risposte
    1. sono contento che qualcuno legga :) comunque il racconto è andato in fase di correzione, quindi tra esami e pensare al libro non ho potuto prestarci troppa attenzione... ma sapendo che qualcuno è incuriosito riprenderò subito il lavoro :)

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