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venerdì 19 aprile 2013

La trasformazione (parte seconda)


Timn si voltò: nascosto nell'angolo più buio della sala, su un imponente trono sedeva Tormind, il gelo vivente. Con un rumore raggelante volse la testa verso di lui: il giovane sentiva il peso di quello sguardo glaciale, nonostante avesse il volto nascosto da una maschera. «Ne hai fatta di strada, ragazzo. Cosa cerchi qui, i tuoi amici? Sono vivi, spero, proprio qui, nella sala alle mie spalle. Non mi credi? Eccotene una prova.»Tirando una catena, una figura femminile si liberò dalle tenebre, cadendo sul pavimento ghiacciato. Nonostante fosse ridotta agli stenti, Timn riconobbe all'istante l'amata. Tormind congelò la catena, spezzandola. «Va', sei libera», ordinò indifferente.Odar si lanciò verso il giovane, incredula e felice nel rivederlo. Corse verso di lui, finalmente riuniti, nonostante l'attacco di quei mostri. Dopo tre passi, improvvisamente la giovane si accasciò a terra; non era esausta, ma congelata.Timn rimase sgomento, mentre il sovrano rise. «Oh! Scusa, che sbadato, devo aver esagerato! Ma stai tranquillo, non è morta, almeno non ancora. Devi solo scongelarla prima che sia troppo tardi, ma l'unica soluzione è uccidermi.» Rise nuovamente, crudele. «Considerando che tu non hai alcuna speranza contro di me, in effetti sì, hai ragione, è morta.»Timn fissò l'amata, furioso. I suoi muscoli tremavano, contraendosi in preda alla rabbia. Urlò, incapace di trattenersi ancora, mentre il dolore alla testa aumentava sempre più, risvegliando in lui una furia mai provata, talmente forte da fargli desiderare di distruggere ogni cosa attorno a lui. Si sentiva diverso, quasi invincibile, indistruttibile.Avrebbe vinto.

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