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martedì 14 gennaio 2014

Warp spasm (conclusione)

Spasmi violenti percorsero il corpo del povero ragazzo, mentre Wint rimase fermo al suo posto: paralizzato dalla paura, il sovrano non riusciva ad attaccare il giovane, che ora ruggiva furioso. Finalmente, dopo lunghi interminabili istanti, la metamorfosi fu completa: al posto del combattente apparve una figura orrenda, colossale e mostruosa, un demone talmente spaventoso che il dio dovette sforzarsi per trovare il coraggio di attaccarlo. Con sua sorpresa non era soltanto mostruoso, ma pure straordinariamente forte e veloce, tanto che con pochissimi colpi riuscì a ferirlo gravemente.
Un mortale lo stava sconfiggendo! Lui, un dio! Non poteva accettarlo, quel ragazzino doveva morire!
Con i suoi poteri magici trasformò la sua mano in una lunga lama di ghiaccio, talmente resistente da poter tagliare l'acciaio.
Ma nulla poteva contro quel mostro: per quanto potesse essere affilata, la sua lama si infranse a contatto con la sua pelle; la bestia contrattaccò, abbattendosi con ferocia sul sovrano e aggredendolo brutalmente. Wint, steso a terra, cercò di proteggersi, ma non poteva contrastare quella creatura di gran lunga superiore persino agli dei. Quello non era più un mortale, ma un demone dalla forza inaudita: se non poteva combatterlo, l'avrebbe portato dalla sua parte.
«Ascolta, posso riportare qui i tuoi amici! Non sono morti, solo congelati! Guarda, eccoli! E se mi servirai salverò anche la tua amata! Pensa, se sarai al mio fianco potremo dominare il mondo assieme!»
Subito tutto il popolo di Timn fu scongelato e riportato in vita; eppure il mostro continuò a ringhiare, pronto a colpire ancora.
«Non ti fidi, vero? Va bene, salverò anche la tua amata», sorrise Wint.
Schioccò le dita e magicamente la ragazza si risvegliò, tanto che il cuore di Timn fu a tal punto colmo di gioia che tornò alle sue consuete sembianze.
Si voltò, vincitore, pronto ad abbracciare l'amata. «Vattene, non farti più vedere su queste terre. Se scoprirò che sei tornato, la prossima volta non sarò così clemente.»
Colmo di rabbia e ferito nell'orgoglio, il folle re ritrasformò la mano, pronto ad uccidere il nemico. «Non ci sarà una seconda volta», urlò, lanciandosi verso Timn.
Il guerriero, mantenendo la calma, si voltò, e prima ancora che il sovrano colpisse, riuscì ad affondare un pugno nel gelido petto del sovrano. Per la prima volta, Wint sentì un calore intenso provenire dal suo gelido cuore, quasi avesse ripreso a battere; ma mentre il suo corpo si scioglieva, non provava dolore, anzi un profondo senso di pace lo confortò, quasi la sua anima stesse lasciando il gelido odio per abbandonarsi all'amore. Sorrise, mentre il suo corpo si dissolveva, rivolgendo lo sguardo verso il suo salvatore.
«Perdonami», sussurrò, prima di dissolversi come brina nel vento.
«L'ho già fatto», rispose il giovane.

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