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martedì 21 aprile 2020

Storia di un'arma e dell'uomo che le insegnò a leggere (1)

«48 secondi! 48 secondi del cazzo!»
Il guidatore designato urlava come un pazzo, coperto solo dal suono del motore di quel vecchio furgone che li trasportava. Veicoli come questo erano obsoleti da almeno cinquant'anni, ma di questi tempi si poteva considerare qualcosa di lusso.
«Ti rendi conto che se ci mettevi 8 secondi, solo 8 secondi di meno ora non dovrei infilare questa ciminiera in vicoli sudici e investire dei cazzo di barboni?! 8 secondi ti chiedevo, non mi sembra molto!»
L'uomo sospirò. Conosceva bene il guidatore e sapeva altrettanto bene che non appena avrebbe parcheggiato davanti al bar di Big J si sarebbe bevuto due birre e gli avrebbe fatto i complimenti per averci messo "solo" 48 secondi. Il suo lavoro era compiuto, ora doveva solo godersi il turbolento viaggio fino a Big J's e poi tutto sarebbe finito.
Nessun poliziotto, per quanto irreprensibile, avrebbe osato anche solo dirigersi verso quel buco.

«Allora, cosa abbiamo qua?»
Big J posò il sigaro sul posacenere. Quella massa di carne sudata non fumava certo, ma sosteneva che il sigaro gli conferiva un aspetto da boss malavitoso, quasi fosse un padrino delle vecchie mafie.
«La fonte aveva ragione, Big J», sorrise il guidatore, esaltato al punto da non mostrare il solito timore di fronte al suo capo. «Mai fatto un colpo così facile, e tanto meno così ricco! Ci si potrebbe comprare dieci identità con questi soldi!»
Era davvero una somma elevata. Avrebbero potuto comprarsi un'identità e godersi la vita in uno degli appartamenti dei livelli alti, invece di vivere nelle loro fogne come topi. O almeno questo era il piano. Eppure qualcosa attirò l'attenzione dell'uomo.
La bambina incatenata al lampadario.

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