Come poteva prenderlo, si chiese. La creatura era troppo forte per lui, un attacco diretto alla creatura sarebbe stato folle. Lentamente prese dalla sua sacca una corda abbastanza elastica e la legò ai capi del lungo bastone che portava con sé, poi afferrò una freccia, mirando al collo della creatura. Persino un dardo magico non avrebbe avuto alcun effetto su quella pelle coriacea, ma se fosse riuscito a colpire l'anello che reggeva lo scrigno, allora questo sarebbe certamente caduto nelle sue mani; il resto del lavoro l'avrebbero compiuto le sue gambe.
I suoi occhi scintillarono, la freccia saettò, il fragile anello arrugginito si ruppe; il forziere cadde velocemente tra le mani del cercatore, proprio tra le gambe del mostro. La creatura lo fissò con i suoi tre occhi feroci, poi, inaspettatamente, alzò le possenti braccia, lanciando un urlo agghiacciante, che paralizzò l'uomo: come per magia le statue sembrarono risvegliarsi dal loro lungo sonno, pronte a catturare il ladro. Vedendosi circondato da picche di roccia, Sinor fuggì via, una mano stringeva saldamente l'arco, mentre l'altra reggeva il forziere. Non appena uscì dalla sala, vide giungere da tutti i corridoi frotte di soldati di pietra, che avanzavano con passi ritmati e le lance puntate; capendo di non aver speranza, si lanciò fuori da una delle ampie finestre, fuggendo sul tetto.
I guerrieri cercarono di seguirlo ma, privi di agilità, caddero giù dalla rocca, tornando ad essere polvere inerme. Sfortunatamente la bestia era molto più abile: distruggendo parte della torre, uscì dal tetto, aiutandosi con i lunghi artigli che incidevano la roccia, mentre dalla bocca colava della bava e gli occhi cercavano l'umano; non appena lo scorse, ferocemente si lanciò in una rapida corsa.
Sinor sapeva che le frecce non avrebbero arrecato alcun danno a quel mostro, ma doveva comunque agire rapidamente, prima che la creatura lo attaccasse. Afferrò una delle sue frecce esplosive, colpendo il tetto: subito parte della torre crollò, schiacciando i soldati sotto il suo peso; eppure la bestia, incurante, continuò a correre, saltando la voragine. Ormai pochi passi di distanza dividevano i due, l'ombra del mostro copriva completamente il giovane, mentre gli artigli affilati si avvicinavano sempre di più; improvvisamente il terreno cedette, crollando e trascinando con sé il guardiano.
Nessun commento:
Posta un commento